Penne alla zingara

La pasta alla zingara è un primo piatto sfizioso , facile ed economico da preparare. Dopo aver cotto i peperoni sulla griglia e soffritto tutti gli altri ingredienti, si unisce il tutto e si condisce la pasta. Consiglio di provare questo piatto, perché quando l’ho preparato per i miei amici è stato gradito sia dai grandi che dai piccoli.

Ingredienti:

400 gr. di pasta

100 gr. di pancetta affumicata

1 spicchio di aglio

prezzemolo tritato q.b.

1 peperone rosso

olio eo q.b.

sale q.b.

1 scalogno

panna da cucina q.b.

1 cipolla

200 grammi di pomodori pachino

pepe q.b.

1 peperone giallo

100 gr. di funghi champignon

Procedimento:

Lavare i peperoni, asciugarli e arrostirli su piastra, girandoli ogni tanto. Quando saranno cotti, metterli in una busta di plastica e lasciare raffreddare, quindi spellarli e pulirli. Tagliare i peperoni a pezzi piccoli e farli insaporire con sale, olio  e pepe. In una pentola soffriggere la cipolla tagliata a fettine e aggiungere la pancetta, facendo insaporire in tutto per qualche minuto. Aggiungere i pomodorini , tagliati  a spicchi e lasciare cuocere per 20 minuti. Se durante la cottura fosse necessario, aggiungere un poco di acqua calda. Mentre i pomodori si cucinano, lavare e pulire i fughi champignon. Tagliarli a lamelle sottili e soffriggerli in una padella antiaderente, con olio ,lo spicchio di aglio e gli scalogni tagliati sottilmente. Cuocere per qualche minuto e poi eliminare l’aglio. Spegnere e mettere da parte. A questo punto unire tutto il condimento in una pentola. Aggiungere la panna, amalgamare il tutto con un cucchiaio di legno e aggiustare di sale e pepe. Cuocere le penne la dente, scolarle ed unire al condimento. Accendere il fuoco, mescolare il tutto e fare insaporire per qualche minuto. Servire a tavola e spolverare con parmigiano grattugiato e prezzemolo tritato. E per digerire essendo un bel piatto abbastanza carico, un bel limoncello artigianale di Sorrento.

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come condire insalata senza olio

Come condire l’insalata senza l’uso dell’olio?

Non avete olio extravergine pugliese in casa ma avete urgenza di condire la vostra insalata per cena? L’olio, seppur un alimento importante, non è strettamente necessario se desiderate trovarvi davanti un’insalata di indubbio gusto. Di fatti, ci sono diversi palliativi che è possibile utilizzare al posto di un alimento nonostante tutto così importante.

Ma di quali stiamo parlando? Scopriteli leggendo questa guida.

1. Aceto balsamico

L’aceto balsamico ha un gusto intenso e davvero particolare che non riuscirà a farvi rimpiangere la mancanza dell’olio. basterà usarne giusto un cucchiaio per insalate più saporite e gustose. In alternativa, potete usare anche la salsa di aceto balsamico, un po’ più densa e ancor più deliziosa.

2. Polpa di avocado

La polpa di avocado, nonostante l’apparenza differente, è molto simile per contenuto di grassi all’olio. Di fatti è composta da grassi sani che alla fine servono al nostro organismo. Per usare questa alternativa, prendete un avocado, tagliatelo in due e con un cucchiaio ricavate la polpa. Mescolatela con un po’ di succo di limone: vi ritroverete una salsa da aggiungere all’insalata molto gustosa e soprattutto appetitosa.

3. Usate l’olio usato per le conserve

Disponete di conserve di carciofi, di capperi, di olive e così via? Allora provate ad usare un po’ di quell’olio per condire ancor di più la vostra insalata. Ne basta giusto un cucchiaio molto piccolo per dare un nuovo tono al vostro alimento. Tra le altre cose, vi ritroverete un olio già condito e aromatizzato alla verdura a vostra scelta. Non male, no?

4. Salsa di senape


Anche la salsa di senape è un ottimo modo per condire la vostra insalata. Basta prendere un po’ di senape, aggiungere un altro po’ di sale, e una macinata di pepe della quantità che più preferite. Mescolate il tutto, versate in un piccolo vasetto e servite insieme alla vostra insalata.

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come si posizionano le posate a tavola

Come si posizionano le posate a tavola secondo il Galateo

Quando si allestisce la tavola per una cena importante, è assolutamente essenziale curare tutto nei dettagli per poter fare bella figura. Il Galateo, infatti, impone una serie di regole per quanto concerne la posizione del piatto, la postura del commensale ed il modo in cui si mangia.
Tra le varie imposizioni non scritte ce ne sono di diverse che riguardano la posizione delle posate sul tavolo. Premettiamo che, di solito, per una cena importante è sempre previsto l’uso di posate in argento, magari acquistate e pulite presso le argenterie della vostra città come un argenteria Palermo, Bologna e così via. Assodato questo, però, cosa dice il Galateo per quanto concerne la posizione di forchetta, coltello e cucchiaio sulla tavola? Scopriamolo.

1. Forchetta

Iniziamo col dire che esistono diverse tipologie di forchette: quella per l’antipasto, per la portata principale, per il pesce e così via. Solitamente vengono tutte posizionate alla sinistra del piatto, ad un centimetro di distanza dal suo bordo. Vanno ordinate non in ordine casuale bensì di utilizzo, da sinistra verso destra. Quella per l’antipasto, ad esempio, deve essere la più esterna poiché usata per prima. Segue poi quella per il primo, per l’eventuale secondo e così via.

2. Coltello

Per quanto concerne i coltelli, questi vanno messi a destra del piatto, sempre ad un centimetro di distanza dal bordo. Ricordate sempre che la parte affilata deve essere sempre rivolta verso l’interno, cioè verso il piatto, in quanto più comoda e meno rischiosa da usare. Se il vostro antipasto prevedere l’uso del coltello, questo dovrà essere più piccolo e posizionato sempre all’esterno di quello principale.

3. Cucchiaio

Il cucchiaio va messo in tavola solo se sono previsti piatti brodosi per cui è necessario l’uso. Va inserito a destra del piatto e alla destra del coltello, con la parte concava rivolta verso l’altro.

4. Cucchiaini

Se per la vostra cena avete preparato un dolce al cucchiaio, allora dovrete anche posizionare i cucchiaini a tavola. Questi andranno messi sopra al piatto, sempre con la parte concava verso l’altro. Se è previsto l’uso di piccole forchette, queste vanno messe sotto il cucchiaino con i rebbi rivolti verso destra.

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olio extravergine d'oliva

Tipologie di olio di oliva: distinzioni e caratteristiche

L’olio extravergine di oliva

L’olio extravergine di oliva è un olio non raffinato di qualità più eccelsa, facilmente acquistabile nei supermercati o direttamente presso i frantoi dei produttori del comparto olivicolo. Per ottenere l’etichetta di “extra-vergine”, l’olio di oliva deve superare una serie di rigorosi controlli e rispettare i parametri di modalità di produzione e caratteristiche organolettiche predisposte – nel caso italiano – dall’Unione Europea. Grazie allo specifico processo di spremitura ed estrazione cui viene sottoposto il prodotto, l’olio extravergine di oliva mantiene inalterato il gusto di oliva e presenta un livello inferiore di acido oleico rispetto alle altre varietà di olio come quello vergine.

L’olio extravergine di oliva è considerato un olio non raffinato in quanto non viene trattato con sostanze chimiche o alterato dalle alte temperature e può essere ottenuto esclusivamente mediante metodologie di estrazione meccanica a freddo con temperature non superiori ai 28 gradi.

L’olio extra vergine di oliva ha un punto di fumo più basso di molti altri oli, il che significa che brucia a una temperatura più bassa. Ciò che distingue l’olio extravergine di oliva è il basso livello di acido oleico, l’assenza di difetti sensoriali e il caratteristico sapore amaro che lascia una leggera sensazione di pizzicore sulla lingua. In Italia, l’esempio più virtuoso di olio in termini di qualità è rappresentato dall’olio extravergine pugliese, in quanto è ricco di nutrienti e presenta dei tassi di acidità più bassi in assoluto. La Puglia è, per distacco, il primo produttore di olio in Italia e tra i primi al mondo ma le eccellenze del Made in Italy provengono anche, in particolare, da Toscana, Sicilia, Calabria, Campania.

L’olio di oliva vergine

L’olio di oliva vergine è la seconda tipologia di olio in termini di qualità. Esso viene lavorato tramite un processo di estrazione simile a quello dell’olio extravergine di oliva, il che significa che non viene utilizzato alcun agente chimico per estrarre l’olio dal frutto. L’olio di oliva vergine presenta un livello leggermente più elevato di acido oleico e un sapore leggermente meno intenso dell’olio extravergine di oliva e trova ampissimo utilizzo soprattutto come condimento e, molto più raramente, per fritture.

L’olio di oliva puro

L’olio di oliva puro è la tipologia etichettata semplicemente come olio d’oliva, in pratica è quello che potremmo definire “normale” olio d’oliva. Il prodotto è realizzato da una miscela di olio di oliva vergine e di olio di oliva raffinato.

L’olio di oliva puro è un olio di qualità inferiore a quello dell’olio extravergine e vergine, presenta un colore più chiaro, un sapore più neutro e una concentrazione molto più alta di acido oleico.

L’olio di oliva leggero

Il nome di questa tipologia di olio può creare qualche confusione. Con olio di oliva leggero non si fa riferimento alle calorie presenti nell’olio d’oliva, ma è un termine di marketing usato per descrivere il sapore più leggero dell’olio.

L’olio di oliva leggero è un olio raffinato che ha un sapore neutro e un punto di fumo più alto. Può essere utilizzato per la cottura degli alimenti, la grigliatura e la frittura.

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olio extravergine d'oliva

Il mercato globale dell’olio d’oliva: Italia tra i leader

L’olio d’oliva alimenta un business tra i più redditizi del settore agroalimentare. L’Unione Europea è leader assoluta del mercato e, con il 49% della produzione mondiale sviluppata a livello comunitario, cannibalizza circa il 90% delle esportazioni globali; la sproporzione tra i due dati è dovuta principalmente ai metodi di produzione e di controllo varati dall’Unione Europea e che garantiscono una qualità dei prodotti più elevata rispetto a quella dei principali competitor, Tunisia, Marocco e Turchia su tutti.

I parametri UE

La vera eccellenza del segmento è rappresentata dall’olio extravergine d’oliva, riconosciuto come alimento dalle proprietà organolettiche straordinario e re della dieta mediterranea, la più salutare del mondo secondo i massimi organi sanitari internazionali. Perché un prodotto europeo possa circolare con la dicitura ‘extravergine’ deve rispettare severi parametri imposti dal Regolamento Europeo. In particolare, esso deve presentare un tasso di acidità non superiore allo 0,8% e può essere prodotto solo attraverso la prima estrazione di olive trattate attraverso procedimento meccanico a freddo con temperatura inferiore ai 28 gradi. il non rispetto di almeno uno dei parametri causa il non ottenimento dagli standard richiesti da Bruxelles per l’assegnazione della specifica dicitura, con conseguente perdita di valore di mercato del prodotto esaminato.

La produzione Made in Italy

L’Italia è terza dopo Spagna e Grecia per volumi prodotti e seconda per esportazioni dopo gli iberici. L’olio extravergine di oliva pugliese rappresenta il 37% della produzione complessiva del Made in Italy, seguono Calabria (33%) e Sicilia (9,5%). Nel Mezzogiorno si commercializza l’88% dell’olio di oliva distribuito nel mercato interno e all’estero e il comparto olivicolo rappresenta un fulcro imprescindibile per le economie del posto.

L’Italia vanta anche un record particolarmente lusinghiero essendo il Paese al mondo con più prodotti olivicoli insigniti del riconoscimento europeo DOP, 41 assegnazioni contro le 24 concesse ai produttori spagnoli. L’Italia si afferma così come potenza assoluta del segmento di mercato, capace di coniugare efficienza e qualità oltre che una tradizione radicata nella storia.

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cake design

Tra cake design e e-commerce: cambia l’industria del dolce

Solo qualche anno fa, ben pochi di noi sapevano cose fosse la pasta da zucchero e ancora meno sarebbero stati in grado di utilizzarla. Oggi, invece, il cake design ha vissuto la propria epoca aurea, divenendo una disciplina mainstream che tutti conoscono e in molti sanno anche applicare. Il merito principale è sicuramente da attribuire ai numerosi format televisivi nostrani e importati dall’estero, che hanno consacrato l’arte della preparazione dolciaria come un’attività di moda, fashion, verticale a un pubblico eterogeneo e di non addetti ai lavori.

Tra tendenze e innovazioni

Il comparto dolciario, così come quello culinario in genere, deve la sua fuoriuscita dall’idea di nicchia specifica grazie al mastodontico processo di spettacolarizzazione che lo ha riguardato, che tre le sue origini in format come MasterChef, a livello globale, e rubriche come ‘Cotto e Mangiato’, in Italia, pensati per trasmettere l’idea di cucina come un’arte a portata, se non di tutti, quanto meno di una gran parte di gente comune.

Il web accoglie la pasticceria

Parallelamente, le strutture del web hanno saputo dotarsi di piattaforme adatte a trasmigrare in digitale la riscoperta passione degli utenti per i fornelli. Da un lato, occorre considerare siti di settore che propongono video-tutorial su pressoché qualunque ricetta esistente; dall’altro lato, è stato fatto un ulteriore passo avanti con la nascita di e-commerce del dolciario dove selezionare, ordinare e acquistare dolci a domicilio, consegnati direttamente a casa propria o dovunque si desideri, all’orario indicato e senza ulteriori scomodità.

Tra innovazione e spettacolo

Così l’industria del dolciario ha visto mutare nel profondo i propri connotati; ha perso forse buona parte della propria artigianalità così come abbiamo imparato a conoscerla, in favore di un approccio più attento alla confezione e ai dettagli estetici, che si pone il duplice obiettivo di emozionare e di rendersi accessibile, ma in un modo diverso da quello applicato per decenni, specie in Italia che è patria di alcuni tra i più famosi dessert preparati in tutto il mondo. Ma che volete, i tempi cambiano e, con essi, tutto ciò che continua a esistere all’interno di essi.

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