L’olio d’oliva alimenta un business tra i più redditizi del settore agroalimentare. L’Unione Europea è leader assoluta del mercato e, con il 49% della produzione mondiale sviluppata a livello comunitario, cannibalizza circa il 90% delle esportazioni globali; la sproporzione tra i due dati è dovuta principalmente ai metodi di produzione e di controllo varati dall’Unione Europea e che garantiscono una qualità dei prodotti più elevata rispetto a quella dei principali competitor, Tunisia, Marocco e Turchia su tutti.
I parametri UE
La vera eccellenza del segmento è rappresentata dall’olio extravergine d’oliva, riconosciuto come alimento dalle proprietà organolettiche straordinario e re della dieta mediterranea, la più salutare del mondo secondo i massimi organi sanitari internazionali. Perché un prodotto europeo possa circolare con la dicitura ‘extravergine’ deve rispettare severi parametri imposti dal Regolamento Europeo. In particolare, esso deve presentare un tasso di acidità non superiore allo 0,8% e può essere prodotto solo attraverso la prima estrazione di olive trattate attraverso procedimento meccanico a freddo con temperatura inferiore ai 28 gradi. il non rispetto di almeno uno dei parametri causa il non ottenimento dagli standard richiesti da Bruxelles per l’assegnazione della specifica dicitura, con conseguente perdita di valore di mercato del prodotto esaminato.
La produzione Made in Italy
L’Italia è terza dopo Spagna e Grecia per volumi prodotti e seconda per esportazioni dopo gli iberici. L’olio extravergine di oliva pugliese rappresenta il 37% della produzione complessiva del Made in Italy, seguono Calabria (33%) e Sicilia (9,5%). Nel Mezzogiorno si commercializza l’88% dell’olio di oliva distribuito nel mercato interno e all’estero e il comparto olivicolo rappresenta un fulcro imprescindibile per le economie del posto.
L’Italia vanta anche un record particolarmente lusinghiero essendo il Paese al mondo con più prodotti olivicoli insigniti del riconoscimento europeo DOP, 41 assegnazioni contro le 24 concesse ai produttori spagnoli. L’Italia si afferma così come potenza assoluta del segmento di mercato, capace di coniugare efficienza e qualità oltre che una tradizione radicata nella storia.